Al fine di semplificare l’argomento inerente le specifiche del rischio fisico del rumore in questa sezione verranno introdotti alcuni concetti di fisica utili a comprendere i fenomeni correlati.
Il rumore è un effetto acustico di disturbo, naturale o artificiale, che interferisce con l’attività o gli interessi di chi ascolta.
Un oggetto che viene sollecitato meccanicamente provoca una vibrazione che, propagandosi in un mezzo elastico (gas, liquido, solido) attraverso forme di onde di compressione e decompressione, arriva all’orecchio dell’ascoltatore.
I parametri per descrivere il rumore, ovvero per descrivere l’onda sonora, sono:
- La pressione sonora, espressa come la differenza tra la pressione ambientale statica dell’aria senza perturbazione e la sovrappressione prodotta dalla perturbazione acustica, viene misurato in Pascal [Pa];
- La Frequenza esprime il numero di volte in cui un’oscillazione si ripete in un secondo, viene misurata in Hertz [Hz] ,”ad una frequenza bassa corrisponde un suono più grave, viceversa ad un’alta frequenza corrisponde ad un suono più acuto”;
- ƒ< 20 Hz => infrasuoni
- 20 Hz < ƒ < 20000 Hz => percezione orecchio umano
- ƒ >20000 Hz => ultrasuoni
- L’ampiezza è la distanza fra il picco positivo e quello negativo di una sinusoide e rappresenta l’intensità del suono Viene misurata in Decibel [dB], “Un’ampiezza elevata caratterizzerà un suono forte, viceversa un’ampiezza ridotta caratterizzerà un suono debole”
Definizioni date dall’Articolo 188 del D.lgs 81/08
- Pressione acustica di picco (ppeak): valore massimo della pressione acustica istantanea ponderata in frequenza “C”;
- Livello di esposizione giornaliera al rumore (LEX,8h): [dB(A) riferito a 20 μPa]: valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione al rumore per una giornata lavorativa nominale di otto ore, definito dalla Norma Internazionale ISO 1999:1990 punto 3.6. Si riferisce a tutti i rumori sul lavoro, incluso il rumore impulsivo;
- Livello di esposizione settimanale al rumore (LEX,w): valore medio, ponderato in funzione del tempo, dei livelli di esposizione giornaliera al rumore per una settimana nominale di cinque giornate lavorative di otto ore, definito dalla Norma Internazionale ISO 1999:1990 punto 3.6, nota 2.
Confronti ed esempi con valori di pressione sonora, livelli sonori e valutazione soggettiva media
Pressione sonora [Pa] | Livello Sonoro [dB(A)] | Sorgenti sonore | Valutazione soggettiva media |
20 µPa | 0 | Soglia minima di riferimento | Molto tranquillo |
100 µPa | 10 | Soglia minima di udibilità | |
20 | Fruscio di foglie, bisbiglio | ||
1 mPa | 30 | Interno biblioteca | |
10 mPa | 50 | Conversazione a toni normali | Tranquillo |
60 | Ufficio | ||
100 mPa | 70 | Transito auto | Rumoroso |
80 | Traffico ore di punta | ||
1 Pa | 90 | Linea di montaggio | Molto rumoroso |
100 | Discoteca | ||
10 Pa | 110 | Martello pneumatico | |
20 Pa | 130 | Trivellatrice | Intollerabile / Soglia del dolore |
100 Pa | 140-150 | Aereo supersonico
(a 25 m di distanza) |
Intollerabile / Rottura del timpano |
Come misurare il grado di disturbo causato dal rumore
Come descritto in precedenza un’onda sonora è funzione della pressione sonora e della frequenza, quindi, anche la reazione uditiva dell’orecchio umano, è funzione di queste due grandezze. Ma le percezioni umane non sono uguali in tutti gli individui, si possono avere risposte diverse dell’organo uditivo in genere l’orecchio umano è più sensibile alle alte frequenze rispetto alle basse.
Per ovviare a queste problematiche si fa uso di determinate curve (curve di ponderazione) che simulano la soglia di udibilità dell’orecchio umano.
A seconda del tipo di frequenza preponderante sono state determinate quattro curve di riferimento convenzionale:
- curva A, rispecchia mediamente il funzionamento dell’orecchio umano;
- curva B, più adatta per i suoni a basse frequenze (non più utilizzata);
- curva C, più adatta per i suoni ad alte frequenze (>100 dB).
- curva D, valuta livelli di rumore molto forti con particolare riferimento a quelli prodotti dagli aerei